Lettera da Creta, la Grecia infinita
Una luce su due del lampione Illumina la piazza, con il monumento funebre al centro, la bandiera greca è in penombra. La taverna è stipata di commensali che accompagnano la musica, due suonatori restituiscono tradizione alla notte cretese. Passa un gatto, furtivo, ragazze sul muretto covano pettegolezzi, più lontano ai tavoli in strada anziani zuppi di raki giocano a carte. Sembra di essere in un film sugli stereotipi ellenici che stanotte sono più netti della pretesa di smentirli: la Grecia è la mia India mediterranea. Sono spettatore sulla terrazza nel villaggio in festa, sotto un cielo stellato oscillo sul dondolo arrugginito, intanto si levano applausi per la canzone appena finita. Poi un’altra e un’altra ancora. Solo all’alba la musica è finita. È la Grecia ad essere infinita.
