Come posso aiutarti
“…Ci sarai tu lì e qualcuno che non hai mai incontrato prima, a cui dover parlare niente di meno che della tua vita interiore. Perché non parlarne a un amico? Beh prima di tutto, perché un amico non è esattamente un esperto nell’ascoltare. Come avrai notato, spesso t’interrompe quando parli! Inoltre, perché è più facile a volte raccontarsi a qualcuno che non ti conosce a priori né ha aspettative su di te o sugli aspetti grandi e importanti che riguardano chi sei. Infine, perché se senti il bisogno di sfogarti, di essere ascoltato e compreso, meglio farlo con qualcuno che ha studiato duramente, intendo per gran parte della sua vita, per prendersi cura di te in questo momento.“
Offro il mio ascolto a tutte quelle persone che sentono che sia arrivato il momento di dedicare tempo a se stessi, per migliorare la qualità della propria vita e intervenire sulla sofferenza interiore, i sintomi e le altre condizioni psichiche causa di disagio. Il mio lavoro è basato su una serie di colloqui individuali e, se necessario, coinvolgendo il tuo partner e i tuoi familiari. Al termine del primo colloquio di valutazione e orientamento, ti proporrò un percorso personalizzato.
Rivolgersi a uno psicologo non è più un tabù ma è comprensibile che tu abbia qualche dubbio prima di iniziare un percorso. Per rispondere alle tue domande ho preparato per te una serie di risposte sul mio lavoro e sui motivi e le modalità attraverso cui potresti trarre beneficio nel rivolgerti a me. Se queste domande e risposte non fossero sufficienti a sciogliere i tuoi dubbi, ti offro consulenza gratuita telefonica e via e-mail, dopodiché potrai valutare se fissare un successivo appuntamento con me.
Il mio obiettivo è sostenere la persona e stimolare il cambiamento in momenti critici della vita e in caso di psicopatologie specifiche. I processi su cui lavoro per realizzare questo obiettivo sono la consapevolezza, l’elaborazione delle emozioni e del significato attribuito alle proprie esperienze di vita. Il metodo è il colloquio clinico, di cui sono esperto. Il contenuto è la tua storia, di cui sei tu l’esperto. In tal senso il mio motto professionale è: la psicologia è l’arte dell’incontro con l’altro.

Il mio approccio
Mi abbandono alla convinzione fiduciosa che il mio conoscere è una piccola parte
di un più ampio conoscere integrato che tiene unita l’intera biosfera
Gregory Bateson
Ho scelto di specializzarmi in psicoterapia con approccio bioenergetico-umanistico.
Nel mio approccio la bioenergetica si nutre in particolar modo dei contributi di Reich, Lowen e Lo Iacono, di cui sono allievo diretto: teorie e tecniche psicocorporee, mirate a esplorare e ristabilire l’equilibrio tra mente e corpo, presupposto della salute psicologica come confermato dalle più avanzate ricerche scientifiche: la mente e il corpo sono integrate e collaborano attivamente al benessere della persona. Di pari passo, spesso i problemi psicologici vengano espressi attraverso sintomi fisici, perché, come suol dire, il corpo accusa il colpo.
Non esistono parole più chiare del linguaggio del corpo, una volta che si è imparato a leggerlo
Alexander Lowen
La psicologia umanista di Rogers e Maslow sposta il focus dell’intervento psicologico dalla cura della patologia al prendersi cura della persona, esaltando lo sviluppo delle potenzialità dell’essere umano anziché limitarsi al mero trattamento di sintomi ed è tutt’oggi l’approccio più moderno, aperto e democratico nei confronti della sofferenza dell’altro. Il paziente è una persona portatore di una sofferenza a cui va dato ascolto, comprensione e dignità. Nell’ottica di poter estendere e rendere di tutti l’aiuto psicologico il dottore propone percorsi di cura a prezzi accessibili.
Praticare la psicoterapia,non significa fare qualcosa al soggetto, né convincerlo a fare qualcosa per sé;
si tratta invece di liberarlo perché possa crescere e svilupparsi in modo normale,
e di rimuovere ostacoli in modo che possa andare avanti
Carl Rogers
Altri importanti riferimenti nell’approccio personale che ho maturato negli anni sono maestri come Freud, Jung, Adler, Hillman, Lacan, Perls, Lewin, Laing, Bateson, Fromm, Bion, Pennebaker, Arieti, Borgna, Carotenuto, Basaglia ed altri sebbene tanti dei miei insegnamenti siano tratti anche dalle arti, in particolar modo dalla musica, il cinema e la letteratura di cui sono appassionato perché, come ha scritto Freud: “Non io, ma il poeta ha scoperto l’inconscio”. Per tale motivo mi sono formato negli anni nell’utilizzo dell’arteterapia e in particolare della scrittura autobiografica/poetry therapy, di cui potrai leggere di più nell’apposita sezione sul sito.
L’inconscio è strutturato come un linguaggio
Jacques Lacan

Quando consultare uno psicologo
“Ci sono tanti preconcetti che ci tengono lontani dalla psicoterapia. C’è l’idea che devi essere un po’ matto o avere qualche enorme o strano problema per rivolgerti a uno psicoterapeuta. Può risultare difficile comprendere che la terapia non è infatti solo per quelle poche e problematiche persone ma è per tutti. Perché, in realtà è del tutto normale essere piuttosto confusi, un po’ ansiosi, e qualche volta messi a dura prova dalle relazioni sentimentali, dalla famiglia, o dalla strada che ha preso la tua carriera. Quindi in realtà, l’unica condizione per andare in terapia consiste nell’essere una persona umana. Non è segno di disturbo, piuttosto è il primo segno di salute mentale e di un vero e proprio impegno di crescita del benessere psicologico.“
Un incontro con lo psicologo può essere utile ogni qualvolta si abbia bisogno di sostegno e conforto per affrontare la quotidianità. Fa parte dell’esistenza infatti attraversare periodi di difficoltà che ci possono portare ad aver bisogno di incontrare un professionista, impegnandosi in un percorso di crescita personale. Qui alcune tra le più frequenti problematiche che tratto:
• ansia
• depressione
• attacchi di panico
• difficoltà a gestire le emozioni o lo stress
• importanti cambiamenti che si trasformano in fonti di stress
• esperienze traumatiche
• lutti e separazioni
• supporto alla maternità e post-partum
• difficoltà nella funzione genitoriale
• disturbi nella sfera della sessualità
• disagio e/o devianza giovanile
• problemi familiari e di coppia
• problematiche legate all’invecchiamento
• percorsi LGBTQ+
• dipendenza da sostanze, gioco d’azzardo patologico e nuove dipendenze
• disturbi della personalità
• disturbi dell’alimentazione
• disturbi del sonno
• necessità di sostegno a causa di problemi di salute propri o di familiari (tumori, sindrome di Parkinson, sindrome di Alzheimer e altre condizioni mediche)

Chi è e cosa fa lo psicologo
“Gli psicologi sono gli ultimi a giudicare la loro idea sulla normale condizione umana è molto più estesa di quella che ha la società. Sanno bene quanto possiamo essere strani e sorprendenti specialmente sulle questioni riguardanti il sesso e l’ ansia. La loro completa formazione li porta nei recessi della propria e delle altre menti. Sanno bene quanto possiamo scoprirci inaspettati. e questo non li spaventa, anzi li appassiona e li motiva. Ciò perché in primo luogo sono diventati terapeuti e poi in secondo luogo perché si sono interessati alla loro salute mentale e questo significa che si sono aiutati.“
Lo psicologo è un professionista laureato in Psicologia all’Università e abilitato all’esercizio della professione dall’Ordine degli Psicologi. Un percorso totale minimo di 6 anni di studio e tirocinio, a cui si aggiungono altri anni di esperienze lavorative e formative, che lo distingue da altre figure che purtroppo offrono illegalmente e senza la necessaria preparazione supporto psicologico.
Lo psicologo offre consulenza e sostegno psicologico, prevenzione e riabilitazione, psicoterapia e altre modalità d’intervento più specifiche (per esempio, l’arte-terapia) attraverso tecniche scientificamente verificate, mirate a sostenere, favorire e sviluppare le potenzialità individuali e migliorare la qualità della vita personale, familiare, lavorativa, sociale o di coppia e derivanti dalla letteratura scientifica inerente alla psicologia clinica.
La psicologia clinica si occupa dello studio, la diagnosi e la valutazione delle problematiche psicologiche occupandosi degli stati normali e patologici dei processi cognitivi, emotivi, sociali e comportamentali. Lo strumento principale previsto dalla psicologia clinica e impiegato dello psicologo è il colloquio clinico.

Che cosa si intende per percorso psicologico
Un percorso psicologico aiuta a cambiare.
Non significa che si debba diventare un altro.
Quello che cambia è il rapporto che hai con te stesso.
Un incontro con lo psicologo può essere utile ogni qualvolta si abbia bisogno di sostegno e conforto per affrontare la quotidianità. Fa parte dell’esistenza infatti attraversare periodi di difficoltà che ci possono portare ad aver bisogno di incontrare un professionista, impegnandosi in un percorso di crescita personale.
Le fasi che si attraversano in un percorso con lo psicologo sono le seguenti.
1) Richiesta di contatto con lo psicologo: l’invio allo psicologo può essere su base individuale o può essere stato suggerito da un membro della tua famiglia, dal partner o da alcuni amici che hanno notato qualcosa, qualcosa che esige la consultazione di una figura professionale specializzata come lo psicologo.
2) Analisi della domanda: l’ascolto della tua storia, per capire e definire i tuoi bisogni e/o problemi con l’aiuto dello psicologo. Saranno necessari uno o più incontri per osservare ciò che emerge.
3) Valutazione delle ipotesi diagnostiche e degli obiettivi terapeutici: comprendere i tuoi modelli relazionali, di pensiero, comportamentali, emotivi, in cui la persona si muove, e individuare i punti critici e disfunzionali che aumentano il disagio, se è presente, o su cui possiamo lavorare per migliorare la qualità della vita favorendo un processo di riflessione profonda su te stesso. Lo psicologo ti aiuterà a leggere e modificare le criticità e trasformarle in opportunità di cambiamento, movimenti necessari per intraprendere il cammino verso uno stato di maggiore equilibrio e benessere.
4) Percorso psicologico: con i tuoi modi e tempi, arriverai alla fase di costruzione di un vero e proprio percorso psicologico. In base alle informazioni raccolte e osservate, lo psicologo definisce e concorda con il paziente la cadenza, la durata e gli obiettivi da raggiungere. Si dà avvio ad un percorso che ha una durata variabile, ovvero fintantoché il paziente riterrà di averne bisogno o lo psicologo riterrà che si sia raggiunto un buon grado di autoregolazione ed equilibrio personale.
5) Cambiamento: il cambiamento è il risultato più grande di un importante lavoro su se stessi. È costituito da tanti altri cambiamenti più piccoli in grado di sostenerti nel percorso. Rispecchia l’obiettivo concordato con lo psicologo e raccoglie lungo il percorso altre sfumature che integrano la richiesta iniziale. Coincide con la fine del percorso, sebbene lo psicologo resti a tua disposizione per tutto il tempo che ti è necessario.

Come si svolge il colloquio con lo psicologo
“Molti dei nostri problemi derivano dal fatto che non abbiamo sufficientemente conoscenza di come la nostra mente funziona: Cosa noi desideriamo? Di cosa abbiamo paura? Perché noi agiamo in un determinato modo? e reagiamo in modo eccessivo di fronte a determinate sensazioni? L’obiettivo della terapia è la conoscenza di se stessi. Parlando con qualcuno che ti ascolta con cura e attenzione per più settimane riesci ad andare più in profondità nella tua mente. Gli schemi abituali iniziano ad emergere, un modo particolare in cui ti relazioni o ti rapporti alla sconfitta un approccio ricorrente e non molto utile, alla gelosia una dinamica ripetitiva con tua sorella o tuo padre. Questo è quello che riguarda la terapia.“
Il colloquio psicologico è un incontro tra due persone: un professionista che mette a disposizione la sua esperienza, i suoi strumenti e la sua formazione, e un soggetto che cerca delle risposte alle sue domande e un senso nella sua storia.
Le caratteristiche principali che lo differenziano da qualsiasi altro colloquio sono:
• l’ascolto attivo: lo psicologo si concentrerà completamente sulla tua persona comprendendo, ricordando e rielaborando ciò che esprimi, mettendo a disposizione la sua professionalità nell’offrirti una risposta competente
• gli obiettivi: la conoscenza di te stesso, la consapevolezza del tuo funzionamento interno e nelle relazioni con gli altri, ridurre il disagio e aiutarti a raggiungere uno stato di benessere psicologico
• il metodo: il trattamento dei sintomi, l’ascolto della tua storia, il potenziamento delle tue risorse per dare un nuovo significato alla tua vita attraverso tecniche e strumenti scientificamente verificati
• la profondità: il colloquio è un luogo sicuro in cui è possibile prendere contatto con le esperienze, le emozioni, le idee, le fantasie, i traumi e i ricordi che non trovano uno spazio nella tua quotidianità
• l’attenzione alla persona: il sostengo che ti offrirò sarà personalizzato, perché la storia e l’esperienza di ogni persona è unica, particolare e irripetibile
• la libertà e la sicurezza: lo psicologo è tenuto al segreto professionale e rispetta la dignità, il diritto alla riservatezza, all’autodeterminazione ed all’autonomia di coloro che si avvalgono delle sue prestazioni; ne rispetta opinioni e credenze, astenendosi dall’imporre il suo sistema di valori; non opera discriminazioni in base a religione, etnia, nazionalità, estrazione sociale, stato socio-economico, sesso di appartenenza, orientamento sessuale, disabilità.

Scrittura terapeutica
Propongo percorsi di scrittura autobiografica per singoli individui e gruppi, sia nel mio studio che online.
Questi interventi possono essere previsti come processo primario di una terapia o come terapia accessoria all’interno di un percorso psicologico. In entrambi i casi il razionale del suo utilizzo risiede nella capacità del terapeuta di usare la scrittura autobiografica per permettere alla persona di identificare dei fatti ed esprimere il sentimento che si associa ad essi, favorire la trasformazione della percezione e dell’emozione connessa a questi contenuti attraverso la produzione di testi autobiografici e indagare gli aspetti creativi della propria psiche.
Negli anni ho sviluppato una specifica competenza in questo campo. Ho realizzato vari interventi terapeutici attraverso la scrittura in qualità di psicologo, lavorando in contesti di disabilità cognitiva e motoria, dipendenze patologiche, sia con adulti che con minori attraverso la conduzione di laboratori di scrittura autobiografica e ho curato il primo libro in Italia scritto dai pazienti di una comunità terapeutica – “L’isola che c’è – Un laboratorio autobiografico in comunità” (Sassi Scritti, 2018) curato con la Dr.ssa Francesca Gori. Ho condotto esperienze di arte-terapia e poetry therapy presso la Cooperativa Sociale Gruppo Incontro, la Onlus Differenze Culturali, la Bottega delle Storie e il Vivaio del Malcantone.
Nell’autobiografia l’individuo espone una visione di ciò che chiama il proprio Sé con le sue attività, riflessioni, pensieri e posizioni nel mondo. Il raccontarsi è visto come uno strumento autoconoscitivo e trasformativo. Raccontare ciò che ci è accaduto o ci sta accadendo, metterlo sulla carta, buttarlo fuori, è già di per sé un atto liberatorio. Non è la soluzione di un problema, certo, ma può essere almeno un modo per “isolare un problema”. Vederlo fuori da sé, come vedere la propria vita – o un pezzo di essa – in un film. Questo è uno dei motivi più profondi (e per questo curativi) dell’autobiografia. Raccontare di sé è qualcosa che aiuta a stare bene, vuol dire dunque prendersi del tempo per sé, prendersi cura del proprio io.
Fin dall’antichità l’uomo ha sempre sentito l’esigenza di raccontarsi, di fissare la propria esperienza, non solo per vincere la transitorietà della propria esistenza, ma anche per riflettere sul proprio vissuto e comprenderne il senso. Come sostiene Duccio Demetrio: “non solo coloro che hanno dato alla scrittura di sé una forma artistica di riconosciuto valore, ma chiunque abbia provato a tenere un diario, magari in un momento particolare della propria vita, ha sperimentato un sentimento di quiete, di ordine interiore e si è convinto, se non proprio del potere curativo dell’autobiografia, almeno della sua utilità e del piacere che porta”.
Inoltre il legame tra la scrittura e salute è sostenuto dalla notte dei tempi da poeti, filosofi e mistici e oggi i laboratori di scrittura trovano il loro razionale scientifico nelle ricerche di George W. Pennebaker, che a partire dagli anni 80 dimostrò empiricamente i benefici della scrittura autobiografica sui partecipanti rispetto ai gruppi di controllo. I primi infatti evidenziarono un miglioramento del tono dell’umore, una maggiore reattività agli eventi traumatici e un’aumentata efficacia del sistema immunitario, con effetti a cascata su ciò che oggi intendiamo come benessere bio-psico-sociale dell’individuo.
I laboratori di scrittura autobiografica sono oggi diffusi su tutto il territorio italiano. Ogni anno se ne occupano le università, gli studiosi e centinaia di professionisti e associazioni. Migliaia sono i beneficiari perché, come sostenuto da Pennebaker: “l’atto di costruire storie è un naturale processo umano grazie al quale gli individui arrivano a comprendere le proprie esperienze e se stessi”. Secondo Pennebaker costruire storie attraverso la scrittura permette di vivere soggettivamente una risoluzione di esperienze traumatiche che, una volta scritte, si dotano di senso, di significato e si trasformano in esperienze psicologicamente sostenibili. Attraverso la scrittura si riabilita così la possibilità di archiviare in memoria pensieri ed emozioni altrimenti resistenti all’integrazione nella coscienza individuale.
La poetry therapy è la mia specializzazione all’interno del paradigma che prevede l’utilizzo dell’autobiografia. Per saperne di più, nella sezione “Progetti” troverai una scheda dedicata a questo specifico insieme di tecniche di cui sono esperto, oppure clicca qui.
