Lettera da Parigi, la capitale del mettersi a sedere

Per motivi familiari torno spesso e volentieri a Parigi. E allora non ho potuto fare a meno di notare qualcosa che, nelle precedenti visite che avevo svolto nei panni di generico turista, non avevo mica notato. Ora che sono un quasi parigino per un mese all’anno, mi rendo conto che camminare per Parigi è una forma d’arte alla portata di tutti, stare fermi solo per parigini. I parigini sembrano vivere per mettersi a sedere da qualche parte, muoversi per spostarsi da una seduta a un’altra plasmando ogni elemento architettonico in una potenziale postazione come solo in Indocina sanno fare – dev’esser lì che hanno appreso l’arte, l’importazione della lentezza việt, khmer e lao come rimedio all’epidemia flâneur – generando attriti sempre diversi tra i corpi e le strade, rallentando la città perché come sanno tutti Parigi è una città sorprendentemente lenta, per la metropoli che è. È altrettanto evidente che Parigi non sia Londra e neanche Berlino. Parigi è Parigi, su questo siamo tutti d’accordo. La capitale della Francia, la capitale del mettersi a sedere da qualche parte.

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