Proteggere Giulia

Sono stati i maschi, è stato il patriarcato, è stato il narcisismo, è stato il padre padrone, è stata la madre coccodrillo, è stata lei che non ha riconosciuto i segnali. Eccetera. Io ho studiato e lavorato per anni con questi temi e non lo so, provo dolore per Giulia e sgomento per la facilità con cui le persone commentano le vite degli altri, vite che non hanno neanche sfiorato, neanche minimamente. Anche questo è mancanza di empatia, è possesso, è morboso. Se si vuole lavorare ad ampio spettro sulla violenza di genere, iniziamo a non agire il dolore, a non trasformarlo in giudizio, tutti. Perché è dal giudizio in poi che tutto può accadere. E poi c’è un luogo del Sé che si trova prima del giudizio, ed è l’unico posto in cui possiamo davvero fare spazio all’Altro. In quel luogo, Giulia è al sicuro. Difendiamolo.

Lascia un commento