Il mio Primavera Sound 2022 in poche parole e tanto stupore

Ho aspettato qualche giorno prima di scrivere qualcosa sul Primavera Sound 2022. Perché dopo 5 giorni, trenta concerti, un centinaio di km in una delle città con più energia al mondo c’è bisogno di fare un po’ di vuoto per sentire tutto. Perché questo festival ti riempie l’anima fino in fondo, infilando musica e altre vibrazioni affini in ogni poro e ti lascia aperto su te stesso come dopo un ritiro sciamanico. E senza dover mangiare qualche strano cactus che cresce nel deserto.
Nel frattempo avete potuto leggere un paio di casi eccezionali di live report scritti senza muoversi dal divano, articoli virali come tutti quelli contro qualcosa o qualcuno che è popolare presso la bolla di cui si fa parte. Tutto questo perché il primo giorno non era tutto perfetto come da venti anni a questa parte. Come ha scritto Enrico Godini, “Il Primavera logora chi non ci va”. Io aggiungo che l’isteria social è la nuova pandemia da cui guardarsi.
Forse l’unica cosa onesta che si possa dire sul tema è: ho perso qualcosa di speciale per ogni edizione del Primavera Sound a cui non ho partecipato. Io sono stato al weekend 1 e ora invidio chi è al 2. Fine della storia. Anche se il Primavera è ormai Il Festival per chi ama la musica non di merda, secondo me dovrebbero andarci tutti ai festival musicali, lo stato dovrebbe fare un bonus festival per i più giovani come c’è il bonus terme per gli anziani. Grazie a dio di eventi così ce ne sono sempre di più, anche in Italia e sono tutti zeppi di gente. Perché la musica è il culto più diffuso al mondo e il palco il tempio in cui si compie da sempre, da quando il palco era un fuoco attorno a cui sedersi e suonare la voce e le ossa dei dinosauri o qualche altro animale oggi estinto.
E poi ho deciso di non scrivere altro, tanto sarebbero solo declinazioni del verbo godere.
Citando ad esempio soltanto quelli che mi hanno emozionato di più…
Come puoi scrivere qualcosa di sensato dopo aver visto Beck cantare Lost Cause seduto sul palco davanti a te e i tuoi amici in una prima fila guadagnata con 4 ore di coda? Cosa si può dire di originale dei sabba laici offerti da Idles, Tropical Fuck Storm, King Gizzard? O della raffinatezza di Helado Negro e Jenny Hval?
Cosa aggiungere ai sogni vibranti di Low, Beach House e Sharon Van Etten?
Perché scrivere di Parquet Courts e Boy Harscher quando li hai già ballati?
Vorrei potervi dire cosa è stato Little Simz che mi fa sentire la pelle nera e l’aria che tira nei sobborghi da Londra a Detroit, vedere Peter Murphy dei Bauhaus fuori da se stesso e King Krule così dentro da suonare come un terremoto in una caverna. Ma mi è bastato esserci.
Lascio qui la mia playlist, con una canzone per ogni artista che ho avuto la fortuna di ascoltare dal vivo.
Buon ascolto a chi vorrà…

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: