I miei luoghi, oggi

Quando ero adolescente mi sentivo di appartenere al mondo intero meno che al luogo da cui provenivo. Mi riconoscevo nel sentimento dei poeti apolidi, la mia casa era l’altrove, così sognavo luoghi. Alcuni li feci miei, poi. Firenze, casa e teatro dei miei anni universitari. La ruggente Asia, che ho attraversato per due anni. La montagna, lo spleen in cui mi sono radicato. Un legame con Torino, grazie ai miei libri e i miei amici. E poi le strade, come la Bretella per quella Versilia che mi accolse, la Porrettana per il ritorno a valle. E poi i viaggi, settanta nazioni in vent’anni, da drogato di partenze. Infine son venute Bologna e Parigi, che per amore stanno diventando sempre più familiari. Quel ragazzo sarebbe estasiato di questi passaggi. Quanto mi piacciono i miei luoghi, oggi. Non vedo l’ora di conoscere quelli che verranno, domani. Nella foto l’ora blu alla Biblioteca Archiginnasio, ieri.

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