Perché non si può parlare di psicologia senza parlare di poesia
Centinaia di migliaia di anni fa, ovvero nei primi anni in cui ciò che potremmo considerare esemplari della nascente popolazione umana comparve sulla terra, non c’era separazione tra uomo e natura. Questi uomini prototipici parlavano poesia e gli alberi, gli astri e le ombre rispondevano. Spesso attraverso essi si manifestavano gli dei, visibili e partecipi anch’essi alle vicende del mondo. Questo sé diffuso rimase intero per decine di migliaia di anni, finché la coscienza razionale e astratta rispetto al mondo naturale, non ha iniziato ad operare una separazione tutt’oggi presente nella cultura occidentale.
Da migliaia di anni questa separazione è in atto ma le remote civiltà dell’epoca consideravano la poesia elemento integrante della cultura, della medicina e della religione, e il poeta godeva della considerazione di saggio, guaritore e sacerdote. Per Jean Starobinski i poeti sono nostalgici di una lingua primitiva perduta, nostalgia agita col ritiro nel regno dell’interiorità e del corpo, nei sensi come espressione della natura nel corpo del poeta. Una lingua anteriore a qualsiasi partizione tra scienza e poesia, uomo e natura, coscienza razionale e l’irrazionale, che i poeti hanno cercato di riedificare più di ogni altro.
Anno 2022. Sappiamo che i poeti hanno percepito sin dall’antichità come la poesia originasse da una spazio interdetto alla ragione. Sappiamo che i filosofi si sono chiesti incessantemente fino a che punto fosse possibile interrogare il peculiare sentire e capire insieme del poetare. Infine sappiamo che gli ultimi arrivati, gli psicologi, hanno tentato di comprendere l’esperienza di vita degli uomini attraverso le indicazioni depositate nel mondo poetico a partire da quel fatidico momento in cui un geniale medico viennese si trovò a risolvere un problema clinico attraverso le intuizioni rinvenute in un poema epico di circa 2300 anni prima, l’Edipo Re di Sofocle.
Parlare di poesia come fenomeno a sé stante del linguaggio, come si fa oggi, era semplicemente impossibile. Oggi è altrettanto impossibile parlare di psicologia senza parlare di poesia. E questo è il motivo per cui ho deciso di parlarvi di poesia attraverso la psicologia. E viceversa…
(Altri piccoli indizi sul libro che, dopo dieci anni tondi di “studio matto e disparato” come diceva Leopardi, uscirà al più tardi a fine settembre 2022)