Lettera di uno psicologo additato da Draghi come saltafila del vaccino
Un mio articolo per il giornale Kulturjam
Il premier in conferenza stampa: “Assurdo vaccinare uno psicologo di 35 anni. Priorità agli anziani”. Ma il premier sembra dimenticare che proprio un suo decreto obbliga a vaccinare tutti gli operatori sanitari. Risponde con una lettera pubblica uno psicologo additato da Draghi come furbetto del vaccino.
– Marzo 2020. Il Covid19 travolge l’Italia e migliaia di psicologi offrono supporto psicologico gratuito a chi ne fa richiesta. Vengono letteralmente sommersi di telefonate.
– Ottobre 2020. L’Ordine degli Psicologi formula una proposta al governo Conte II: voucher per consentire a persone con basso reddito di rivolgersi allo psicologo per tutta la durata del lockdown. Il governo declina cordialmente e insiste col panico di massa come antidoto alla pandemia.
– Gennaio 2021. Lo stato e le regioni formulano criteri di priorità per la vaccinazione. Prima gli operatori sanitari, dai medici in prima linea agli addetti alle mense dei servizi sociali. Gli psicologi sono professionisti sanitari dal Decreto Lorenzin del governo Gentiloni (formato da forze politiche presenti anche nell’attuale governo) e vengono contattati dalle Regioni per aderire alla campagna vaccinale.
– Febbraio 2021. Il piano vaccinale si rivela disastroso, l’Italia e l’Europa sono fanalino di coda tra le nazioni del primo e secondo mondo, oltre che gli unici luoghi al mondo in cui la pandemia non è stata contenuta (insieme solo alle nazioni che hanno scelto di non contenerla, come il Brasile). Crolla il governo Conte, arriva Draghi e di lì a breve mette l’esercito a gestire la campagna vaccinale. Promette un cambio di passo, e ci vorrebbe davvero: “500.000 vaccini al giorno”.
– 1 Aprile 2021. Draghi firma un decreto a suo nome, secondo cui qualunque operatore sanitario che ha rifiutato di farsi vaccinare, quindi anche qualunque psicologo che ha rifiutato di farsi vaccinare, sarà punito con la sospensione dell’attività lavorativa e altre sanzioni. Lo psicologo di 35 anni viene non solo chiamato per farsi vaccinate, ma è obbligato a farlo per legge.
– 7 Aprile 2021. Sono state vaccinate 172.000 persone. Ne mancano 328.000 per raggiungere quella lontana promessa per sradicare la pandemia. Il consenso iniziale intorno al nuovo governo è già eroso da proteste su proteste e le istituzioni sotto pressione cercano colpevoli tra i cittadini, in linea col governo precedente, per resistere nei loro scranni. Ci sono pur sempre 300 miliardi da spartirsi di fondi europei in arrivo a breve a tenerli uniti.
– 8 Aprile 2021. Draghi in conferenza stampa, appena la terza in due mesi con un paese a un passo dal crollo nervoso, afferma: “Smettetela di vaccinare chi ha meno di 60 anni, i giovani, i ragazzi, psicologi di 35 anni“. Naturalmente non si ferma qui e allude ad altre categorie di fantomatici lavoratori e cittadini saltafila e furbetti come responsabili occulti che hanno guastato il piano vaccinale perfetto del miglior governo del mondo.
– 9 Aprile 2021, mattina. Uno psicologo di 35 anni (34, ma tant’è) si sveglia e legge le notizie del giorno prima. Ieri aveva chiuso lo studio alle 21, poi è crollato. Sta lavorando tanto, forse troppo. Scopre di essere stato additato da Draghi in persona come un saltafila, un furbetto del vaccino, lui che non si sarebbe neanche vaccinato se non avesse intuito in tempo che sarebbe stato punito se non lo avesse fatto, perché conosce troppo bene il suo paese, così prevedibile nel suo essere una minaccia per i cittadini che dovrebbe proteggere.
Lo psicologo di 35 anni non è un novax, semplicemente avrebbe voluto dare priorità ad altri, se solo avesse potuto ma lui è solo uno psicologo di 35 anni, mica un capo di governo.
L’avrebbe dato per esempio a suo zio di 73 anni, ricoverato da 15 giorni in terapia intensiva in quell’ospedale in cui avrebbe potuto e dovuto ricevere la prima dose 2 mesi fa al posto suo, ma la Regione Toscana ha preferito vaccinare chiunque non fosse a rischio, diventando l’ultima regione in Italia per anziani vaccinati su numero di fiale a disposizione.
Questo psicologo di 35 anni non è un eroe. Come eroi non sono i medici in prima linea né i cassieri del supermarket. È un professionista, studia da anni per aiutare al meglio le persone e ora non si risparmia, come i medici in prima linea e i cassieri dei supermarket. Fa parte di una generazione massacrata, è stato chiamato “bamboccione” etc etc ma ora non chiede le decorazioni sulla divisa del generale Figliuolo, il premio è questa responsabilità individuale e sociale.
Ora però si chiede: perché essere umiliato in prima serata dal capo del governo? A chi giova? È forse l’umiliazione di chi lavora la cura contro il Covid? E alla fine di questo post andrà in studio dai suoi pazienti, oppure in una comunità terapeutica o in un altro servizio assistenziale, oggi come ogni giorno, cercando di aiutare a stare meglio le altre anime. Stare meglio anche rispetto alla minaccia Covid, il lockdown e coloro che in prima serata, a Roma, lavorano da un anno per l’imbecillità e la morte.
Cari politici, quanti morti ancora servono per iniziare a servire il paese degnamente, senza scaricare i costi delle vostre ripetute mancanze sui cittadini, ora psicologi, prima ristoratori e lavoratori dello spettacolo, domani chissà?
Non serve uno “sforzo eccezionale“, serve parlare meno a vanvera e lavorare di più e meglio per gli altri. Se non sapete da dove iniziare, potete prendere esempio dai medici in prima linea, i cassieri dei supermarket, gli psicologi di 35 anni.